| DELIO ROSSI: DASPO O NON DASPO?
Premetto: per me Delio Rossi ha fatto solo bene a reagire in quel modo alle provocazioni di Ljajic. Dobbiamo capire una volta per tutti che i calciatori che tanti adorano (e per i quali molte signorine metterebbero volentieri in vendita il proprio corpo, anzi lo mettono senza condizionale!) sono per la stragrande maggioranza dei bambocci viziati, ed avrebbero bisogno di imparare seriamente il rispetto. La mancanza di rispetto purtroppo è una caratteristica di un pò tutta la nuova generazione, ed i calciatori in questo senso non fanno differenza (Ljajic ha 19 anni, non è una scusante sia chiaro): quando ero ragazzino, e penso che per la maggior parte dei miei coetanei le cose stessero così, se facevo il gradasso con una persona più grande di me un paio di schiaffoni non me li levava nessuno, e se fossi andato a casa a raccontarlo a mio padre ne avrei presi altri due da lui. Se invece avessi fatto il gradasso con qualche mio coetaneo “sbagliato” avrei preso tante botte, e non sarei andato a raccontarlo a mio padre per il semplice motivo che uno che si faceva parare il culo dai genitori all’epoca era unanimemente considerato un imbecille, uno sfigato, uno che tutti avrebbero evitato volentieri… Oggi i genitori sono pronti a difendere a spada tratta i figli qualsiasi cosa combinino; salvo poi stupirsi quando il figlio ormai grande non sa distinguere il bene dal male, quando a 15 anni si fuma le canne sfacciatamente in faccia a sua madre ed alle sue rimostranze gli risponde “Zitta troia! Non mi rompere i coglioni!” e quando a vent’anni si trova invischiato in qualche problema con la giustizia perchè troppo innamorato dei “soldi facili”. I calciatori sono per antonomasia quelli dei “soldi facili”, il recente scandalo del calcioscommesse lo dimostra…
Ma siccome in Italia il problema sono gli ultras, ecco che nel nostro ordinamento esiste tutta una serie di leggi, leggine, trafiletti e circolari che equiparano di fatto l’ultras (ma anche il semplice tifoso acceso) ad un delinquente. E così se al posto di Rossi e Ljajic ci fossero stati a picchiarsi due ultras viola, magari perchè uno si è chiavato la morosa dell’altro, sarebbe scattato puntuale il Daspo con obbligo di firma in questura. Due pesi e due misure. Ma non è tutto: proprio per evitare che gli animi della folla vengano eccessivamente eccitati, negli ultimi anni il Daspo è stato applicato spesso e volentieri anche verso dirigenti e calciatori che magari si sono trovati a venire alle mani nel corso di una partita. So che è una cosa folle, ma siamo in Italia, e la cosa bella è che con questi sistemi sono convintissimi che prima o poi riusciranno a riavvicinare i tifosi “sani” (quelli che non si sono ancora malati di tumore per ciò che mangiano o di fegato per ciò che subiscono nella vita quotidiana) allo stadio.
E’ successo proprio questa settimana: ad Alatri un giocatore della Techna Ferentrum ha insultato pesantemente un giocatore dell’Alatri che l’ha colpito con un pugno. Entrambi sono stati proposti prt il Daspo. Ed in Sicilia un diciottenne che gioca nel Campionato Nazionale Dilettanti ha ricevuto un daspo di un anno con firma per aver rivolto frasi ingiurion all’arbitro a fine partita e dentro lo spogliatoio. Insomma, come potete ben capire sono via di testa!
Ma la domanda a questo punto è: anche Delio Rossi meriterebbe il Daspo? La risposta la da il questore di Firenze in persona: “Al momento non ho motivo di irrogare il Daspo perchè l’episodio non ha avuto incidenza sull’ordine pubblico. È un episodio avvenuto sul campo di gioco, fra due tesserati, che è sicuramente già all’attenzione della giustizia sportiva».
Secondo me il questore di Firenze ha le idee un tantino confuse: la giustizia sportiva ha sicuramente colpito o colpirà i due giocatori daspati di Alatri e il diciottenne siciliano. Perchè allora affibiargli anche il Daspo? Pagano due volte lo stesso reato? E perchè invece a Delio Rossi niente?
Dobbiamo forse pensare alla solita polizia cialtrona, forte coi deboli e servile con i potenti come si è visto di recente anche alle “Iene” (clicca qui)? O forse bisogna pensare che il Daspo fondamentalmente è uno strumento ingiusto e che applicarlo ad un personaggio pubblico come Delio Rossi può avere un effetto molto diverso che non applicarlo a un povero sfigato che va allo stadio o che gioca in seconda categoria? E magari la paura del questore è proprio che il Delio Rossi di turno abbia la possibilità economica ed il “peso” per portare avanti una causa che farebbe cadere un intero sistema, sul quale molti (troppi) hanno costruito la propria carriera povera di meriti?
Oggi in molti pensano che sarebbe giusto daspare anche Delio Rossi. Io no. Io sono con lui. Io credo che non bisognerebbe più daspare nessuno: deve essere un giudice casomai, in sede processuale, a stabilire una pena accessoria alla condanna che consiste nell’allontanamento del soggetto considerato “pericoloso” e stabilito eventualmente dopo un regolare processo. E non il primo questurino che passa per strada…
Chiudo con il parere di Paolo Di Canio, un uomo di principio che in un paese come l’Italia non è stato capito:
“Un ragazzino che viene tolto dopo mezz’ora che non corre, che non dimostra amore per la maglia, che non si impegna si permette di applaudire e sbeffeggiare l’allenatore e dopo che gli è stato detto di smetterla continua a prenderlo per il culo. Un allenatore che se perde le partite in campionato e non raggiunge l’obiettivo viene insultato dai tifosi e sgridato se non esonerato dalla società. Non esiste che tu a 19 anni ti permetti di offendere una persona più grande di te, con più esperienza, un uomo vero che non tradisce i suoi giocatori. Ti viene chiesto di praticare per un’ora e mezzo al giorno lo sport più bello del mondo e tu quando giochi cammini. Non esiste, sto tutta la vita con Delio Rossi, non per i cazzotti ma perchè è un uomo vero!”
Fonte |
|
